Il
giudice di Roma Adele Rando archivia la denuncia della Fondazione Gerini contro
i «mediatori» che avevano concluso un accordo per la spartizione dell'eredità
del marchese Alessandro Gerini. E dunque il faccendiere Carlo Moisè Silvera ha
diritto ad ottenere oltre 100 milioni di euro proprio per il suo ruolo di
negoziatore tra le parti. Il sequestro cautelativo dei beni per 130 milioni,
disposto dal tribunale di Milano, potrebbe diventare operativo.
Perde
la Fondazione, ma perdono soprattutto le alte gerarchie vaticane che negli
ultimi mesi hanno cercato di far dichiarare nullo quel patto. Esce sconfitto il
segretario di Stato Tarcisio Bertone che in una lettera depositata agli atti il
24 settembre aveva dichiarato: «Ho dato il consenso alla soluzione negoziale,
ma ho scoperto solo dopo il modo fraudolento di comportarsi verso il
sottoscritto».
E
meno male che la Chiesa è povera, ma fa tanto del bene. Se questa è solo una
delle tante transazioni, immaginiamo la quantità di denaro che entra nelle
casse delle tante congregazioni. Se poi il pensiero va al fatto che lo Stato
del Vaticano ha una banca ogni tanto implicata in faccende poco chiare, il
cerchio si chiude.
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