Dovunque
ci sono dei soldi pubblici, c’è qualcuno che si accapiglia per prenderli e
tenerli per sè. Se gli scandali nella sanità pubblica e privata sono all’ordine
del giorno, il mondo delle cooperative sociali sembrava essere passato indenne
da quel tritacarne di furberie e consorterie varie. La cronaca però ci dice che
non è proprio così e le tanto decantate cooperative sociali, così come le
associazioni, si possono trasformare in buchi neri di denaro pubblico, agenti
drenanti di denaro che finiscono nelle casse sicure di una società che ha come
unico scopo raccoglierli. Lunedì 5 novembre si è celebrata però al Tribunale
fallimentare l'udienza per la dichiarazione di insolvenza di Ics, il Consorzio
delle cooperative riferibili a Stefano Bernardi. Questa data, di fatto,
potrebbe riaprire l'intera partita e consentire alla Procura, che nel frattempo
ha riunito le informazioni, di indagare sulle decine di fallimenti o
liquidazioni coatte delle cooperative sociali con amministratori riconducibili
a Ics. E sulle modalità con cui queste stesse cooperative hanno continuato a
ricevere finanziamenti pubblici e a vincere gare d'appalto. L'ultimo, che ha
fatto notizia, è quello per il pallone aerostatico su Porta Palazzo,
sponsorizzato dalla Regione nel 2007 con 730 mila euro. Ma c'è anche il caso di
un mini albergo per disabili (12 stanze) finanziato con 300 mila euro sempre
dalla Regione che avrebbe dovuto aprire nel 2009, ma di cui finora non si è
vista traccia. Oppure il mastodontico progetto, abortito, ma per il quale
Bernardi aveva già ottenuto una variante al piano regolatore per la
realizzazione di un super campeggio, Parco Piemonte, tra corso Unione Sovietica
e Strada Castello di Mirafiori. Il sistema Si fonda, nella combinazione più
semplice su due soggetti: la cooperativa «cassaforte» e la società «martire».
Entrambe fanno riferimento a un gruppo di amministratori che sono legati tra
loro da parentela, da amicizia o da collaborazione di lunga data. Un esempio:
Ics partecipa a due appalti entrambi di valore di mercato 100, uno per conto di
«cassaforte», uno per conto di «società martire». Entrambe offrono 90, un
ribasso eccezionale. Vincono e incassano 180. «Società martire» drena risorse
verso «cassaforte» per 50: paga fatture di consulenza, acquista beni e servizi
per conto di «cassaforte», fattura a Ics meno del dovuto mentre «cassaforte»
fattura di più. Alla fine «cassaforte» a fronte di costi per 100 (il valore
dell'appalto) ha incassato 140 (90 per l'appalto + 50 da «società martire»).
Per contro «società martire» inizia a non pagare erario e Inps, poi lascia
indietro i fornitori, non è in grado di restituire i fidi e fallisce. Bruciando
una società ogni x mesi (con centinaia di migliaia di euro di insolvenza
soprattutto in tasse e contributi) il sistema viene alimentato. E via via si
generano nuove società che saranno casseforti o martiri.
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