La
vicenda romana ha innescato delle interessanti riflessioni sul ruolo
delle cooperazione sociale in ambito carcerario. Il dilemma nasce dal
fatto che Salvatore Buzzi spunta fuori sia nella cooperativa Formula
sociale, sia nella coop 29 giugno ed è arrestato pochi giorni fa
perché considerato il braccio destro dell’ex nar Massimo
Carminati, leader di mafia capitale. Ora si riflette sull'utilità di
uno strumento che coinvolge pochi detenuti, ma che offre una valida
opportunità per tentare il ritorno in società con una mentalità
diversa. È come voler eliminare i coltelli perché sono stati usati
per uccidere qualcuno. Il problema non è lo strumento, è come viene
utilizzato peccato che con certi personaggi spesso non si ha scampo, perchè si tratta dell'ennesima storia di sfruttamento degli ultimi.
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