È
il ministero di Giustizia a rassicurare gli amanti degli animali dopo
giorni di preoccupazioni e proteste. Tutto era nato con il decreto
legislativo riguardante la «non punibilità per particolare tenuità
del fatto». Lo schema alla base di tutto mira alla depenalizzazione
giudiziaria per le condotte sanzionate con pena pecuniaria o con pena
detentiva non superiore ai cinque anni. Uno schema che rischiava di
includere i reati contro gli animali, tutti con pene inferiori ai
cinque anni di carcere: il maltrattamento (art. 544 ter c.p.) è
punito con una reclusione di tre mesi a un anno e sanzioni pecuniarie
da 3 mila a 14 mila euro, mentre l’uccisione (art. 544 bis) con la
reclusione da 3 a 18 mesi.
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