Nella
notte tra il 2 il 3 dicembre 1984 40 tonnellate di isocianato di
metile fuoriuscirono dallo stabilimento della Union Carbide di
Bophal, consociata della omologa multinazionale americana,
specializzata nella produzione di fitofarmaci. La nube di gas tossici
uccise oltre 3mila persone e avvelenò decine di migliaia di altri
lavoratori e residenti. Oggi, a distanza di 30 anni, l’inquinamento
continua a causare vittime. Secondo le associazioni per i diritti
umani locali sarebbero ancora centinaia le tonnellate di rifiuti
tossici illegalmente stoccati sotto terra.
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