Esiste
un forte collegamento tra aziende del settore gioco d’azzardo e la politica. Un
educatore ora senatore del M5S ricapitola un po’ questo mal costume, indicando
nel Presidente del Consiglio uno dei tanti beneficiari di questa florida
azienda. Il Think Thank nel 2010 è stato sponsorizzato da due multinazionali,
Lottomatica e Sisal. In quell’occasione Letta ricevette 15 mila euro di
contributo da Porsia, titolare della Hbg, una delle più grandi aziende del
settore. Si passa poi ministro della cultura Bray, al sottosegretario
Giorgetti, Gianni Alemanno, alla Margherita, all’ Udc, ai Ds, al Mpa, a Gianni
Cupèrlo del Pd. Ci sono ex politici e loro parenti entrati nel business:
Augusto Fantozzi, presidente Sisal, Vincenzo Scotti, che lanciò “Formula Bingo”
insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di D’Alema. Francesco Tolotti
dell’Ulivo che con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007
riuscì a far modificare il Testo Unico che regola le slot-machine”. E poi
ancora, citano i 5 Stelle, l’onorevole Laboccetta e Massimo Ponzellini. C’è
anche Antonio Cannalire, proprietario della Jackpot Game che a Milano gestiva
sale da gioco d’azzardo insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco
Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello Dell’Utri. “Non possiamo omettere Pellegrino
Mastella, figlio di Clemente Mastella, che attraverso Sgai e Betting 2000 dei
fratelli Renato e Massimo Grasso avviò altre aziende di gioco. Fra queste King
Slot e Wozzup, poi indagate per gravissimi reati”. Tra gli altri anche il
governo Berlusconi, con la decisione di liberalizzare il gioco d’azzardo
online, “esattamente qualche giorno prima che la Mondadori acquisisse il
controllo del 70% di Glaming, azienda che opera nel settore”.
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