giovedì 23 maggio 2013

1791. Le aziende che vivono di gioco, sponsorizzano i politici



Esiste un forte collegamento tra aziende del settore gioco d’azzardo e la politica. Un educatore ora senatore del M5S ricapitola un po’ questo mal costume, indicando nel Presidente del Consiglio uno dei tanti beneficiari di questa florida azienda. Il Think Thank nel 2010 è stato sponsorizzato da due multinazionali, Lottomatica e Sisal. In quell’occasione Letta ricevette 15 mila euro di contributo da Porsia, titolare della Hbg, una delle più grandi aziende del settore. Si passa poi ministro della cultura Bray, al sottosegretario Giorgetti, Gianni Alemanno, alla Margherita, all’ Udc, ai Ds, al Mpa, a Gianni Cupèrlo del Pd. Ci sono ex politici e loro parenti entrati nel business: Augusto Fantozzi, presidente Sisal, Vincenzo Scotti, che lanciò “Formula Bingo” insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di D’Alema. Francesco Tolotti dell’Ulivo che con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007 riuscì a far modificare il Testo Unico che regola le slot-machine”. E poi ancora, citano i 5 Stelle, l’onorevole Laboccetta e Massimo Ponzellini. C’è anche Antonio Cannalire, proprietario della Jackpot Game che a Milano gestiva sale da gioco d’azzardo insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello Dell’Utri. “Non possiamo omettere Pellegrino Mastella, figlio di Clemente Mastella, che attraverso Sgai e Betting 2000 dei fratelli Renato e Massimo Grasso avviò altre aziende di gioco. Fra queste King Slot e Wozzup, poi indagate per gravissimi reati”. Tra gli altri anche il governo Berlusconi, con la decisione di liberalizzare il gioco d’azzardo online, “esattamente qualche giorno prima che la Mondadori acquisisse il controllo del 70% di Glaming, azienda che opera nel settore”.

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