Il
capo di Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli,
parlando alle commissioni Difesa riunite di Camera e Senato ha chiesto maggiori
investimenti nel settore militare non per ragioni di sicurezza nazionale, ma
per non perdere il prestigio derivante dalla partecipazione alle missioni di
guerra. L’ammiraglio ha chiesto il Parlamento ad autorizzare “con la massima
urgenza” lo stanziamento di adeguate risorse “per l’ammodernamento dei mezzi e
l’addestramento degli uomini” e per continuare a godere de “l’apprezzamento dei
Paesi alleati per l’opera fornita dall’Italia nelle missioni all’estero” in
quanto “strumento privilegiato di politica estera”. Anche perché, ha buttato lì
l’ammiraglio, “non si può escludere” la necessità di nuovi interventi militari
in Paesi a noi molto vicini. Capisco che la casta militare viva in un mondo
fatto di tecnologia, risiko e nuove armi, ma non si potrebbero domandare,
magari tagliandosi gli stipendi, se proprio tutto ciò è così necessario?
Comprendo bene che anni e anni di pensieri che solo con le armi si possa
ottenere la pace non lascino indenni i loro cervelli, ma un neurone, uno, che
dica il contrario si troverà?
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