Sono
sempre interessanti le storie personali, dove motivazioni, incontri e casualità
si fondono descrivendo così le direzioni che le esistenze prendono. È il caso
di Marco, non so se si tratta di un nome di fantasia, che con il poker online
guadagna dai 3000 agli 8000 euro al mese, quanto un dirigente di banca, un
diplomatico o un avvocato. Ha iniziato nel 2009, attratto da un banner in
internet, mentre navigava alla ricerca dei suoi fumetti Bonelli preferiti. Oggi
è uno dei giocatori di punta della poker room Virgin, con cui ha instaurato una
vera e propria collaborazione e nel 2011 fa il salto di qualità, diventando un
vero professionista del Texas hold’em.
Nell’ottica
di Marco si tratta di un lavoro in piena regola. “Bisogna organizzarsi,
razionalizzare la giornata tra studio, lavoro e vita sociale, darsi degli
orari”. Chi gioca online passa dalle quattro alle cinque ore davanti al
computer. È questa la durata di una sessione “sit and go” o “cash game”. Più di
24 ore davanti allo schermo se si gioca nei tornei online. In una singola
sessione si gestiscono anche 25 tavoli contemporaneamente, tavoli da due fino a
sei giocatori. “Chi è abile non ha difficoltà – afferma Marco – ovviamente
questo ti estranea dal mondo esterno, se mi chiamano o mi parlano durante la
sessione non ricordo nulla”.
“Se
si può parlare di dipendenza nel mio caso è più una dipendenza economica e di
stile di vita. Se ti abitui alle grandi cifre difficilmente puoi farne a meno e
fare un lavoro normale dove guadagni 1500 euro” racconta Marco, nel suo
lussuoso appartamento all’Eur “ ma di sicuro non voglio fare questo per tutta
la vita, perché richiede un livello di stress mentale notevole”. Secondo Marco
sono invece i giocatori meno esperti, quelli improvvisati che possono
manifestare vere patologie, cadere nel vortice della dipendenza, del bisogno di
vincere ad ogni costo.
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