giovedì 5 aprile 2012

818. Monferino risponde alle critiche


L’approvazione del piano socio-sanitario dovrebbe portare economie, razionalizzazione degli ospedali e servizi adeguati ai cittadini.
L’assessore risponde che ci saranno dei risparmi, grazie alle economie di scala conseguenti alla centralizzazione degli acquisti e alla revisione della rete ospedaliera, ma non si sbilancia e forse quei risparmi non ci saranno mai.
Le 6 federazioni finiranno per essere le 6 ASL dell’intera regione, ma è una soluzione che non si poteva attuare nell’immediato, il perché l’assessore non lo dice.
I manager costeranno una bazzecola: 7-800 mila euro l’anno che verranno recuperati come? L’assessore parla di uffici acquisti, dove adesso ci sono 5 uffici per 10 persone caduno, in un futuro molto prossimo ci sarà un solo ufficio con 10 persone, ma le altre 40 dove andranno? Licenziarle non può e così rimarranno sempre in carico all’ente pubblico, magari a fare male un lavoro che non conoscono affatto.
Gli enti diventati inutili, come Scr, non verrranno chiusi.
L’ospedale Valdese rimane in balia degli eventi, mentre l’Amedeo di Savoia verrà spostato non si sa ancora dove, ma non mancano le potenziali strutture per accoglierlo, mentre l’Oftalmino verrà inglobato nella Città della Salute, quando verrà realizzata.
Il personale in esubero verrà formato a nuove funzioni, mentre altri verranno trasferiti, in che modo e in che termini economici sarà da definire anche con i sindacati.
A mio parere quello che è passato è l’idea, un pensiero organizzativo, ora toccherà renderlo pratico. Ma mi domando come si fa a disgiungere queste due fasi. L’ingegnere dovrebbe sapere che quando si disegna un nuovo prodotto si fanno anche dei prototipi e si calcola quanto potrebbe costare, perché se fuori mercato l’oggetto non verrà neanche prodotto. Non si può essere così nebulosi: per gli ospedali si vedrà quali chiudere, quali riconvertire e il personale si vedrà cosa fare. Capisco la complessità della macchina sanitaria piemontese e capisco che ci vorrà tempo per realizzare il tutto, ma prima di ogni altra cosa io avrei trovato accordi concreti su ospedali e personale, partendo dai bisogni dei cittadini, vedendo cosa sarebbe stato possibile fare e cosa no. Comunque io sono un educatore e non un ingegnere per cui, tra tre anni mi auguro di essere ancora qui per vedere se la “riforma” ha dato i risultati auspicati.

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