Un
viaggio in Perù, o in Bolivia, non può escluderlo da qualsiasi ipotesi di itinerario per i due paesi andini, ma uno dei più elevati laghi del mondo soffre l’inquinamento e
rischia di collassare. Lanciano un appello boliviani e peruviani, che da
entrambe le sponde vivono giorno dopo giorno l’agonia dell’immenso specchio d’acqua.
Dove prima c’erano rive verdi e lussureggianti, oggi si incontrano solo vacche
e pecore che ruminano tra i rifiuti, gli abitanti non pescano più perché i
pesci sono quasi tutti morti e tra i giovani chi può è scappato. Il maggior
colpevole sembra essere la vicina città di El Alto, quasi due milioni di
abitanti, che sovrasta La Paz dall’alto dei suoi 4100 metri, che è cresciuta in
modo esponenziale negli ultimi anni e che con il suo fiume, el Rio Seco e i
suoi 80 chilometri di scarichi, arriva dritto nella baia di Cohana gettando nel
Titicaca i peggiori rifiuti tossici.
«Il
lago era il cuore della nostra esistenza – commenta Esteban Mamani Quispe, 40
anni, uno dei leader del locale comitato dei saggi impegnati, - adesso è
diventato un vortice nero che risucchia le nostre vite forse fino alla morte».
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