I
nostri governanti ventilano, a torto o a ragione non lo so, continuamente lo
spettro del fallimento greco, ma in questo paese le uniche spese che non sono
state ridotte sono quelle militari. Negli ultimi anni il governo greco ha
comprato da tedeschi, francesi e anche italiani. Dai tedeschi ha acquistato 170
carri armati Leopard, per 1,7 miliardi di euro e 223 cannoni dismessi dall'esercito
tedesco, oltre 2 sottomarini ThyssenKrupp al prezzo di 1,3 miliardi di euro,
altri 223 carriarmati per 403 milioni di euro, più 60 caccia intercettori. Dai
francesi ha comprato 6 fregate e 15 elicotteri, per 4 miliardi di euro e
motovedette per 400 milioni. Se per questi due paesi il governo greco ha dovuto
accettare senza condizioni l’acquisto, con l’Italia il comportamento è stato
diverso: su 12 aerei da trasporto C-27, 8 sono stati già acquistati, mentre per
gli ultimi 4 il contratto è stato annullato. Ora sono in corso trattative fra
il governo di Atene e la società italiana per l'acquisto, al posto dei quattro
velivoli, di materiale di ricambio per gli aerei già consegnati, ma la
questione non è due pesi e due misure, come sostiene l’articolo, la questione è
semplicemente che la Grecia doveva annullare tutti i contratti di forniture
militari. Certo che è facile far fallire gli altri, riempiendosi le tasche dei
denari greci e poi avere pure il coraggio di imporre misure drastiche. Questa
non è real-politik, questa è strunz-politik.
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