A
far impensierire la Giunta regionale è il referendum sulla caccia, che dopo ben
25 anni i cittadini piemontesi potranno votare. Ogni volta che si presenta una
votazione popolare, chissà perché, i politici di turno sembrano molto
preoccupati e inventano tutti gli escamotage possibili per evitarli. Vistosi
costretto a metterlo in calendario, il governatore ha provato a fissare una
data lontana dalle prossime votazioni amministrative, misura che in teoria avrebbe
messo in difficoltà per il raggiungimento del fatidico quorum. Visto che il
tema della caccia è molto sentito, forse ha presagito una debacle come le
recenti votazioni su acqua e nucleare, così ora Cota tira fuori il discorso dei
costi troppo elevati e ipotizza l’abrogazione della legge vigente. In questo
modo non ci sarebbe nessun referendum perché non esisterebbe la legge da
abrogare, che verrà riscritta e presentata in Consiglio Regionale, scrittura
che vedrà accontentare nuovamente cacciatori e aziende. Complimenti
all’opposizione, ma l’importante è ricordarsi di tutti questi bei personaggi
quando si andrà a votare. Quando saranno finalmente tutti a casa………. si
ricorderanno, forse, che sono a servizio delle persone e non dei loro interessi
e di quelli dei loro amici.
Nessun commento:
Posta un commento