Francesco
Pesce, 34 anni detto “u testuni”, reggente dell’omonimo clan di Rosarno, aveva l’abitudine
al gioco e rincorreva la fortuna anche dal suo bunker a cinque stelle con sedici
telecamere a luci infrarosso. La passione per il SuperEnalotto l’ha però
tradito e ad incastrarlo sono stati anche i filmati delle stesse telecamere
piazzate dal boss attorno al perimetro del suo nascondiglio. Il Ros e i
carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno documentato la
consegna delle schedine che il boss affidava ad alcuni suoi fiancheggiatori che
avevano il compito di giocarle. Operazioni che sono stati decisive per la sua
cattura, avvenuta ad agosto del 2011, all’interno di un bunker costruito dentro
un deposito giudiziale di auto a pochi chilometri da Rosarno.
Ma
come mai un boss gioca? Per vincere delle importanti cifre oppure per il gusto
del rischio e con l’idea di essere baciato dalla fortuna? Tolta l’ipotesi
denaro, che credo non fossero un problema, che cosa cercava quest’uomo? Magari
un giorno lo verrò a sapere e banalmente scoprirò che era una sua abitudine, come fumare, bere un bicchierino o leggere il giornale.
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