Diversamente
abile, diversabile, disabile, portatore di handicap, handicappato e invalido.
Dal nome più neutrale a quello più volgare, passando attraverso le sfumature
per dire che una persona non ha una capacità nel compiere qualcosa. Le parole
sono importanti e anche come vengono usate, perché alcune delle parole scritte
sopra sono anche usate come insulto. Chi è differente fa paura, come chi ha un
colore della pelle diverso dal nostro oppure parla un’altra lingua oppure
arriva da un paese lontano. Tutto quello che esce da una determinata norma
risulta insopportabile e va collocato da qualche parte per non creare fastidio.
È la vecchia legge dell’amico o nemico che prevale ogni qualvolta si entra in
contatto con uno sconosciuto. Se poi lo sconosciuto è anche “strano”, partono
le difese per definirlo portatore di qualcosa che non va. Certo abbiamo fatto
qualche passo verso la civiltà, visto che persone con disabilità non vengono
buttate giù dalla rupe o uccise alla nascita, ma i passi verso una vera
integrazione sono solo all’inizio.
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