L’avvocato
e attivista per i diritti umani Ni Yulan è stata condannata a due anni e otto
mesi per frode, litigiosità e per causare problemi, mentre il marito Dong
Jiqin, è stato invece condannato a due anni di prigione. Una brutta storia di
violenza e di soprusi finita male per chi ha tentato di occuparsi dei casi di
persone vittime di espropri di abitazioni per far posto a progetti immobiliari
nella capitale, incluso alcuni legati alle Olimpiadi di Pechino del 2008.
Il
prezzo pagato da Ni Yulan ha dell’inconcepibile: picchiata brutalmente dalla
polizia per il suo lavoro giuridico, nel 2002, la donna 51enne ha perso l’uso
delle gambe, ed è ora costretta in sedia a rotelle. Quando la polizia la prese,
Ni stava filmando la demolizione forzata della casa di un suo cliente, ed è
stata ripetutamente calciata nelle ginocchia, fino a spezzarle entrambe,
spezzandole anche i piedi. Detenuta, le venne impedito di servirsi di
stampelle, e veniva quotidianamente costretta a muoversi carponi. Dopo il suo
rilascio, Ni denunciò i maltrattamenti subiti, ed il suo caso sollevò
l’interesse della comunità internazionale. Poi, lo scorso anno, nel corso
dell’ondata di arresti che seguirono l’appello online ad una «primavera di
Pechino» sullo stile delle «primavere arabe» che stavano modificando il Medio
Oriente, Ni è stata nuovamente arrestata e ora la nuova condanna.
Se
questo è il nostro futuro, preferisco tornare indietro al far west. Almeno lì
una pistola riuscivi a procurartela!
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