sabato 14 aprile 2012

850. Obama e i nativi americani


Il presidente statunitense ha ammesso che negli ultimi cento anni 22,6 milioni di ettari di terre appartenenti alle tribù pellerossa sono stati gestiti e sfruttati dal governo di Washington senza tener sufficientemente conto dei diritti dei legittimi proprietari. Tali «fondi» vennero creati al termine delle guerre con cui le truppe federali piegarono e sconfissero gli abitanti originari del Nordamerica, impegnandosi a gestirli per farne condividere i frutti economici alle nuove generazioni di indiani nativi oramai divenuti cittadini degli Stati Uniti. Ma tale promessa è stata sistematicamente mancata, violata e ignorata da molteplici inquilini della Casa Bianca.
Un miliardo e 23 milioni di dollari per risarcire cento anni di inganni e illegalità nello sfruttamento di terre, acque e risorse: Barack Obama accetta le richieste di 41 tribù indiane con un gesto che affianca il rimborso economico al riconoscimento morale degli abusi commessi dal governo degli Stati Uniti.
L’emozione fra i capi tribù è stata palpabile.«Obama non ha firmato trattati ma ha risolto i problemi, la sua parola si è rivelata d’oro»,ha commentato il capoindiano James Allan, riconoscendo al presidente di «averfatto di più per noi degli suoi ultimi cinque predecessori messi assieme».
Visto da qui, chi non vorrebbe un governo guidato da Obama?

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