Il
presidente statunitense ha ammesso che negli ultimi cento anni 22,6 milioni di
ettari di terre appartenenti alle tribù pellerossa sono stati gestiti e
sfruttati dal governo di Washington senza tener sufficientemente conto dei
diritti dei legittimi proprietari. Tali «fondi» vennero creati al termine delle
guerre con cui le truppe federali piegarono e sconfissero gli abitanti
originari del Nordamerica, impegnandosi a gestirli per farne condividere i
frutti economici alle nuove generazioni di indiani nativi oramai divenuti
cittadini degli Stati Uniti. Ma tale promessa è stata sistematicamente mancata,
violata e ignorata da molteplici inquilini della Casa Bianca.
Un
miliardo e 23 milioni di dollari per risarcire cento anni di inganni e
illegalità nello sfruttamento di terre, acque e risorse: Barack Obama accetta
le richieste di 41 tribù indiane con un gesto che affianca il rimborso
economico al riconoscimento morale degli abusi commessi dal governo degli Stati
Uniti.
L’emozione
fra i capi tribù è stata palpabile.«Obama non ha firmato trattati ma ha risolto
i problemi, la sua parola si è rivelata d’oro»,ha commentato il capoindiano
James Allan, riconoscendo al presidente di «averfatto di più per noi degli suoi
ultimi cinque predecessori messi assieme».
Visto
da qui, chi non vorrebbe un governo guidato da Obama?
Nessun commento:
Posta un commento