In questo
post non si parla di Fabrizio De Andrè, ma di Klaas Carl Faber, l'SS che
ammazzava gli ebrei olandesi e che forse internò Anna Frank. È morto da uomo
libero, dopo essere stato riconosciuto colpevole di almeno 22 omicidi e
condannato a morte da un tribunale olandese nel '47. Dopo un anno la pena venne
commutata in ergastolo, ma nel '52 evase con altri sei nazisti dal carcere di
Breda e si rifugiò in poche ore in Germania, aiutato dai neofascisti. Da quel
momento si è rifatto una vita a Ingolstadt, la cittadina dove Shelley
ambientava gli esperimenti di Frankenstein, trovando lavoro nella grande
fabbrica che laggiù occupa tutti: l'Audi. Per decenni l'Olanda ha chiesto
l'estradizione, spiccato mandati d'arresto, elevato proteste, presentato prove.
Tutto inutile. Israele ha raccolto petizioni, fatto pressioni, offerto
informazioni: ancora più inutile. Per un paradosso, e fino alla morte, Faber è
stato considerato dai tedeschi un cittadino tedesco a tutti gli effetti, perciò
non estradabile, nemmeno nell'Ue.
Esistono
ancora persone, se così si possono definite, come lui: il kapò danese Soeren
Kam, pure lui diventato cittadino tedesco e libero in Baviera e il croato
Milivoj Asner, che l'Austria non consegna perché malato, eppure paparazzato in
buona salute agli ultimi Europei di calcio, con buona pace, se così si può
dire, della giustizia terrena. Per chi ci crede, ci si può affidare a quella
ultraterrena.
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