Alcuni post fa ho scritto della esternalizzione di alcuni asili nido, visto
l’impossibilità del Comune di Torino di mantenerli in piedi, a causa
dell’uscita dal patto di stabilità. Tutti, sindaco in testa, hanno sottolineato
come non cambierà nulla, perché l’amministrazione comunale garantirà la
qualità, mentre il privato sociale gestirà gli operatori. Apparentemente sembra
una buona soluzione: salviamo capra e cavoli e mi perdonino i 300 precari per
questa similitudine. Scrivevo apparentemente perché non si tratta di una
soluzione strutturale, ma solo di un rinvio e di una scommessa. Se le cose
andranno bene, parlo a livello economico, il Comune potrà pagare indirettamente
gli asili nido esternalizzati, che immagino saranno in convenzione, ma se le
cose andranno male l’amministrazione comunale non pagherà nulla e questi
servizi o diventeranno a pagamento intero, cioè privati, oppure chiuderanno.
Analogo caso avviene in questi giorni per i Musei gestiti dal Comune. Le ore di
tutti i lavoratori, che sono dipendenti di una cooperativa, verranno tagliate
dal 50 al 60%, perché costano troppo. Il privato sociale non fa impresa, campa
solo se il pubblico foraggia e solo in rari casi riesce veramente a finanziare
se stessa con attività veramente imprenditoriali, per cui smettiamola di
esternalizzare, lo dico agli enti pubblici, il cui unico obiettivo è di non
avere scontri sindacali con i suoi veri dipendenti.
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