giovedì 17 maggio 2012

966. Non avevo capito che eravamo ancora nella fase uno


Non sono un tecnico, o perlomeno non sono un tecnico in quella scienza che è l’unica che veramente conta in questi anni zero: l’economia. Sono un tecnico in un settore che nel nostro paese è visto più come una scelta vocazionale per pochi, e quindi molto mal pagata, piuttosto che un mestiere socialmente riconosciuto e sostenuto. Ma a parte le considerazioni sul mestiere dell’educatore, non avevo proprio capito che la fase uno non fosse finita ed ero in trepida attesa che iniziasse la fase due. La fase uno è stata una mazzata di tagli, addizionali Irpef e aumento dei prezzi, la fase due doveva essere la fase del lavoro e della speranza. Di entrambe si sono perse le tracce e oggi Monti dice che “se per fase uno parliamo di gestire una crisi che comporta ancora aspetti di emergenza siamo ancora nel pieno della fase uno”.
Non la vivo come una retromarcia, e neanche come un’ammissione di qualche colpa, ma invito il Presidente del Consiglio a vivere una giornata con me, o qualche ora solamente, per scoprire come vive uno dei tanti cittadini che non vogliono fare la fine del suddito.

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