Interessante
rapporto diffuso dalla Ong internazionale Oxfam, impegnata assieme a molte
altre organizzazioni umanitarie e non governative del mondo nella campagna per
un trattato globale sul commercio di armi, che inizierà a essere discusso a
luglio nelle Nazioni Unite.
Il
punto essenziale, secondo i ricercatori di Oxfam, è che le attuali norme che
entrano in vigore in caso di embargo internazionale sulla vendita di armi
possono essere aggirate fin troppo facilmente. Alcuni casi elencati nel
rapporto lo dimostrano: il Myanmar (Birmania), nonostante il divieto Onu, è
riuscito a comprare armi e munizioni per 600 milioni di dollari tra il 2000 e
il 2010; l’Iran, dal 2007 al 2010, è stato in grado di spendere sul mercato
mondiale del materiale bellico 574 milioni di dollari e la Repubblica
Democratica del Congo ne ha spesi 124 tra il 2000 e il 2002. Naturalmente, sono
stime per difetto, proprio perché per la natura delle transazioni coinvolte, è
difficile trovare prove concrete delle violazioni commesse tanto dai paesi
acquirenti quanto da quelli fornitori, oltre che dai mercanti di armi
internazionali.
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