L’uscita
dal patto di stabilità del comune di Torino ha portato al capolinea la
situazione dei 300 precari che lavorano negli asili nido comunali e la
decisione di esternalizzare una decina di strutture verso il privato sociale è
stata la “naturale” conseguenza per garantire un servizio alle famiglie. A
parte che esistevano altre soluzioni, perorate anche dall’assessore che di
queste faccende si occupa, la cosa che mi incuriosisce è che i politici si
sforzano di dire che anche il privato lavora bene e che quindi non esistono
sostanziali problemi di qualità. A mio parere esistono strutture pubbliche che
lavorano bene e altre che lavorano male, idem per quelle private, ma la cosa
fondamentale è che un operatore comunale guadagna una cifra, uno del privato
sociale un’altra, ovviamente più bassa. Inoltre sul privato si scaricano spese
che il pubblico non riesce a gestire, così se la cooperativa non ha i soldi per
pagare i dipendenti, perché per esempio il Comune di Torino non ha ancora
pagato la cooperativa, dov’è il problema? Se poi i lavoratori delle coop devono
pagare una quota sociale di alcune migliaia di lire, di nuovo, dov’è il
problema per il Comune di Torino? Questi processi scaricano a valle i problemi
economici degli enti pubblici e non fanno gli interessi dei lavoratori, ma
questo al Sindaco non interessa, visto il plebiscito con cui ha vinto le scorse
elezioni.
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