Ieri è stato firmato un primo accordo, tra il Comune di Torino e i sindacati, attraverso
il quale esternalizzare una parte del servizio all'infanzia, cercando
contestualmente di tutelare le 330 maestre precarie dei nidi che non potranno
essere riassunte e salvaguardare un servizio nel quale la città è sempre stata
all’avanguardia in Italia. Le strutture comunali verranno date in concessione
alle cooperative sociali attraverso un apposito bando, nel quale saranno
premiati i criteri atti a privilegiare il personale che già possiede
un’esperienza nel campo dell’educazione, com’è il caso delle precarie comunali.
Inoltre, nei criteri di aggiudicazione verrà favorito il trattamento migliore
per i lavoratori, ovvero quello che maggiormente si avvicina alle condizioni
degli operatori assunti direttamente da Palazzo Civico.
Nell’ambito
dell’accordo, il Comune si è impegnato a gestire per gli anni a venire non meno
dell’85% degli asili nido e scuole per l’infanzia presenti sul proprio
territorio.
Non
sono in linea di principio contro il privato sociale, ma non si può pensare che
le cooperative sociali siano il paradiso dei lavoratori e delle lavoratrici.
Per esperienza personale non posso dire di avere avuto una bella esperienza:
qualcuno mi spiega perché un educatore professionale pubblico prende, in
sanità, 1600 euro al mese senza turni e il contratto delle cooperative sociali,
con notti e turni si arriva a malapena a 1200 euro? Se non si parla di
esternalizzazione, mi auguro non in questo caso, per risparmiare di cosa stiamo
parlando?
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