venerdì 18 maggio 2012

974. Il Comune di Torino taglia l’assistenza e il Governo pensa a tagliare l’indennità di accompagnamento


Bisogna augurarsi, nella vita, di non aver mai bisogno di medici, assistenti sociali, enti che gestiscono le case popolari e altri personaggi e associazioni che gestiscono a vario titolo il welfare state, perché presto questa parola verrà cancellata per motivi economici.
In Italia ce la sia spassata, chi andava in pensione dopo 15 anni di lavoro, chi chiedeva un contributo economico e poi andava in vacanza con quei soldi, chi con l’accompagnamento del figlio disabile si è comprato l’appartamento. Non tutti hanno usato male il denaro e soprattutto oggi, con l’aumento delle persone indigenti, si scopre che alcuni hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, grazie a uno Stato che con le casse piene ha elargito a piene mani denaro pubblico. In questo calderone di furbini e furbetti, cè la maggioranza di persone che hanno realmente bisogno di un aiuto, ma oramai è troppo tardi e praticamente tutte le istituzioni hanno iniziato, da almeno 3 anni, a tagliare tutto quello che era possibile tagliare, mentre il numero di dirigenti addetti a questa operazione è cresciuto, guarda un po’.
Al Comune di Torino hanno alzato l’asticella per accedere a dei servizi che fino a ieri erano garantiti, mentre il Governo discute come modificare il modello ISEE, facendo rientrare come reddito anche gli aiuti monetari che lo Stato riconosce alle persone con disabilità come gli assegni di cura, le indennità di accompagnamento e le pensioni.
Personalmente credo che l’unica via in Italia siano i controlli. Occorre che i denari che lo Stato versa a queste persone siano realmente spesi per loro, per le loro necessità di residenzialità e di vita e non per altre spese di qualche congiunto in difficoltà economica. Ma si sa che agli Italiani non piace essere controllati e soprattutto trovano sempre una scorciatoia per arrivare dove vogliono arrivare.

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