mercoledì 28 marzo 2012

780. L'inutilità della pena di morte


Ha perso molti iscritti, un centinaio nel corso dell’ultimo mezzo secolo, il club degli omicidi di stato, occhi per occhi, dente per dente.
Sono questi i paesi in cui ancora vige questa inutile punizione: Afghanistan, Arabia Saudita,  Bangladesh, Bielorussia, Cina, Corea del Nord, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iran, Iraq, Malesia, Siria, Somalia, Striscia di Gaza, Stati Uniti d’America, Sud Sudan, Sudan, Taiwan, Vietnam e Yemen.
Lo dice il Rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte nel 2011, che in quel 10 per cento di mondo dove si decapita, si fucila, s’avvelena e s’impicca, nel 2011 il boia ha agito 676 volte, 149 in più dell’anno precedente, a causa di un profondo aumento delle esecuzioni in due paesi: Arabia Saudita e Iran. In quest’ultimo paese, sono stati impiccati almeno tre minorenni.
Cifre non certo definitive, perché un paese come la Cina non offre dati attendibili e in Iran sono avvenute molte esecuzioni segrete.
Ma sono successe anche delle cose interessanti e positive come che in 33 paesi vi sono stati provvedimenti di grazia o commutazioni nei confronti dei condannati a morte. Il Benin e la Mongolia hanno fatto un passo avanti per aggiungersi ai paesi abolizionisti per legge e la Sierra Leone e la Nigeria hanno rispettivamente dichiarato e confermato la moratoria sulle esecuzioni. Inoltre non ci sono state esecuzioni a Singapore e in Giappone, nel paese nipponico è la prima volta dopo 19 anni.
Negli Stati Uniti d’America, l’unico paese del continente americano a eseguire sentenze capitali (43 nel 2011, ma erano state 71 nel 2002), l’Illinois è diventato il 16° stato abolizionista della federazione e l’Oregon ha annunciato una moratoria.
Quando si capirà che la pena di morte non è un deterrente per sedare gli atti criminali?

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