Il
Comune cederà una serie di strutture ore gestiste dal pubblico al privato
sociale. Il motivo è sempre il solito: la mancanza di fondi, i vincoli dello
Stato sul pubblico impiego, oltre alla crisi finanziaria che grava sulle casse
della città e al divieto di assumere personale, conseguenza dello sforamento
del patto di stabilità a fine 2011. Si inizierà con questo numero, ma prevedo
che dei 53 oggi totalmente pubblici, tra una decina di anni ne sopravviveranno
pochissimi, forse nessuno. Non sono per l’intervento pubblico in tutte le
attività, ma per garantire la presenza in importanti servizi, come l’educazione,
la salute e la sicurezza, perchè rappresentano per il sottoscritto passi in
avanti per una società aperta a tutti. Già oggi esistono scuole di serie A, B,
C, ecc. e servizi pubblici con vari
gradi di affidabilità e competenza, ma la privatizzazione non farà altro che
acuire le differenze sociali, che oggi iniziano a essere sempre più evidenti e
pesanti. Ma questo è il futuro che altri disegnano per noi.
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