Ha,
per il sottoscritto, sempre qualcosa di particolare scoprire come oggetti di
uso quotidiano siano legati a qualche misfatto dell’industria, in questo caso
dell’abbigliamento.
In
questo caso si parla di sandblasting, la sabbiatura dei jeans, pratica
utilizzata per schiarire i tessuti dei grandi marchi di moda, che delocalizzano
questa parte della produzione nelle fabbrica del Bangladesh e della Turchia.
Le
misure di protezione dei lavoratori sono minime, se non esistenti, e la silice
si disperde ovunque, con gravi danni alle vie respiratorie.
Il
primo segnale d’allarme sugli effetti devastanti per la salute dell’applicazione
all’industria della moda di questo tipo di trattamento abrasivo è stato
lanciato in Turchia con un importante studio scientifico, che ha messo per la
prima volta in relazione la sabbiatura dei jeans con il rischio di contrarre la
silicosi. Da allora in Turchia sono stati registrati 52 decessi per silicosi e
1.200 casi di malattia conclamata, ma i medici sospettano che le cifre reali
siano di gran lunga superiori. In Bangladesh, grazie ad un'indagine di Abiti
Puliti condotta in 7 fabbriche su un totale di 73 lavoratori, si è poi scoperto
che la sabbiatura era commissionata da grandi marchi della moda come H&M,
Levi's, C&A, D&G, Esprit, Lee, Zara e Diesel, nonostante dichiarazioni
nelle quali - fatta eccezione di Dolce e Gabbana - le big companies sostenevano
di aver abolito questa pratica nelle proprie filiere internazionali.
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