L’ex
presidente della regione Piemonte scrive a Lo Spiffero, che pubblica le sue riflessioni:
l'unico risultato tangibile finora prodotto dal Piano proposto dalla giunta è
la profonda mortificazione di quanti operano nel settore e propone di staccare
la spina a Cota, prima che i danni diventino davvero irreparabili.
Condivido
la prima riflessione, perché in tutto il marasma mediatico, ci si dimentica un
po’ troppo spesso che gran parte del lavoro negli ospedali e negli ambulatori
viene svolto dalle persone, e non dai macchinari. Se non rinnovi i contratti
agli interinali e ai consulenti, perché questo è successo e se non sostituisci le
persone che vanno in pensione, inevitabilmente chi rimane deve fare anche il lavoro
che prima facevano altri. Cresce quindi il lavoro, ma diminuiscono le persone
impegnate, oltre a aumentare la popolazione che chiede un aiuto agli ospedali o
negli ambulatori, così diminuiscono le risorse, soprattutto umane, ma anche
economiche e aumentano le richieste. Non è solo con la razionalizzazione che si
risolve il problema, e neanche facendo correre gli operatori, perché non sono
macchine e prima o poi si mettoni in mutua o crollano. E smettiamola anche di
dire che tutti i dipendenti pubblici sono dei fagnani, perché non è vero. Anche
qui, come ovunque, esistono le molte persone preparate e coscienziose e le
poche che vanno al lavoro solo per lo stipendio.
Non
credo invece che si riuscirà a staccare la spina al governatore Cota, che mi
sembra invece molto capace a rimanere in sella, finchè troverà interessante e
utile farlo, ovviamente.
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