Interessante
intervista al 32enne Michael Hastings, noto giornalista americano che racconta
che ormai di quella guerra non importa niente a nessuno e che l’America con i
suoi alleati ne uscirà dichiarando una vittoria che non esiste.
Mentre
migliaia di militati USA sono impegnati in quel paese, lo stato maggiore
statunitense pianifica il futuro, ipotizzando di trasformare Cocos Island, in
Australia, in base per i droni per tenere sotto controllo la porzione di mare
antistante la Cina.
La
nuova frontiera tecnologica sembra essere quella dei droni, elementi meccanici
ultratecnologici che attaccano e distruggono i bersagli, mentre sono guidati da
migliaia di chilometri da soldati addestrati. Il sogno di ogni generale, quello
di non dover sacrificare alcun soldato e che, al massimo, devono comunicare che
un drone da milioni di dollari è stato abbattuto.
Il
massimo della spersonalizzazione a tutto vantaggi dell’opinione pubblica che
preme la fine della guerra quanto il costo di vite umane raggiunge livelli
intollerabili, ma se a “morire” sono dei droni chi vuoi che protesti. Forse quelli
che vengono uccisi dai droni?
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