Bar in zona Andrea Costa. Signora sui
60, abbigliamento né curato né sciatto, sicuramente non firmato e molto poco
appariscente. Una bella donna, volendo. Ma struccata. Spenta. È seduta davanti
a una slot machine. Si volta verso la barista, e le annuncia che deve andare a
prendere altri soldi, quindi uscire un attimo. Poi le chiede di non permettere
a nessuno sedersi al suo posto, mentre lei è fuori. E non dev'essere una
richiesta nuova, perché la barista acconsente e rilancia dicendole di andare
serena ché gliela spegnerà in attesa che lei ritorni. Un secondo dopo si
rimette a tagliare le arance per Sara e a preparare il mio caffè. “Me la spegni
subito, come si fa?”. Vuole essere sicura, la signora dallo sguardo
trasparente. “Un attimo, finisco qui e arrivo”, risponde un po' irritata la
barista. “Devo staccare la presa o c'è un pulsante?”, torna a chiedere con
insistenza la cliente. La barista ci consegna spremuta e caffè, e soddisfa in
silenzio la richiesta. La macchinetta infernale è spenta, e la signora può
uscire.
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