Hidehiko
Takahashi, psichiatra dell'Università di Kyoto, studiando 19 volontari, è
riuscito a dimostrare che il nostro atteggiamento di fronte a una perdita
finanziaria dipende in buona parte da uno specifico trasmettitore cerebrale
coinvolto nelle vie della gratificazione, la noradrenalina. Se si potessero
riequilibrarne i livelli potremmo in qualche modo tamponare i comportamenti
rischiosi dei giocatori patologici facendoli “rinsavire”, in modo che diano il
giusto valore alla perdita dei soldi e lo stesso si potrebbe ottenere con
farmaci che aumentino direttamente i livelli di noradrenalina cerebrale. Che i
nostri comportamenti siano legati a determinati circuiti è una cosa nota e non
credo che una terapia particolare possa fare la differenza. Per prima cosa
occorre una consapevolezza per affrontare il problema e una rete familiare, per
chi ce l’ha, che possa motivare ulteriormente al cambiamento. Una terapia
specifica può essere una valida stampella, ma poi bisogna imparare a camminare
senza.
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