Congelatori
pieni di carcasse di beagle morti, quasi un centinaio, e 400 cuccioli senza
microchip.
Si
aggrava così la posizione dell'azienda e dei tre indagati (l'amministratore
unico, la francese Ghislaine Rondot che vive a Lione, il direttore
dell'allevamento e il veterinario responsabile) nell'inchiesta nata da un
esposto presentato all'inizio di giugno congiuntamente da Lav (Lega
antivivisezione e Legambiente). I magistrati Sandro Raimondi e Ambrogio
Cassiani oltre ai maltrattamenti sugli animali stanno valutando di contestare
anche il reato di “uccisione di animali senza necessità”.
Mentre
l’azienda continua nell’italica abitudine di negare anche l’evidenza, consiglio
ai magistrati di far scavare anche intorno alla struttura; ho come il presentimento
che i cadaveri trovati nei congelatori siano solo la punta dell’iceberg.
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