Il
2010 non è stato un buon anno come il 2009, ma anche solo con l’1% in più, l’industria
bellica mondiale non si può proprio lamentare. Nel 2010 le cento più grandi
aziende produttrici di armi del mondo, escluse quelle cinesi, hanno incassato
411,1 miliardi di dollari dalla vendita di materiale bellico e servizi
associati e sebbene all’orizzonte ci siano tagli di vario genere, il giro d’affari
dovrebbe continuare a crescere. Non arriveremmo mai a essere come gli USA, che
controllano il 60% del mercato globale, ma l’Italia non sta certo a guardare
con aziende come Fincantieri e Finmeccanica che, prima della crisi di
quest’anno, si era confermata numero 8 al mondo nel commercio di materiale
bellico. Il gruppo ha al suo interno Agusta Westland, Alenia Aeronautica, Selex
Galileo e Selex Communications. A queste va aggiunta la partecipazione del 25%
in Mbda, consorzio di progettazione e costruzione di missili creato nel 2001
insieme ad Eads e alla britannica Bae systems.
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