venerdì 24 febbraio 2012

650. La noradrenalina del giocatore d’azzardo


In un recente studio effettuato dalle Università di Kyoto, Chiba e Tokyo sono stati definiti i meccanismi che legato questo importante neurotrasmettitore all’attività di gioco d’azzardo. Il vissuto di perdita nel giocatore risulta un’emozione più forte e intensa rispetto a quella eventualmente prodotta da una vincita, così sembrerebbe ridotta la sensibilità alla perdita di denaro. Ricerche sperimentali hanno dimostrato che per provare una emozione di pari intensità il giocatore in questione dovrebbe vincere almeno il doppio di una somma persa: se ha perso 50 euro per sentire la stessa intensità di emozione, ne deve vincere almeno 100. In conclusione i livelli più bassi di trasportatori, per cui il processo di re-uptake di noradrenalina da parte dei neuroni è meno veloce, producono reazioni emotive più intense nei confronti di perdite che nei confronti delle vincite.
Potrebbe essere una spiegazione biochimica del perché moltissimi giocatori continuano imperterriti a giocare senza trovare la forza di fermarsi, anche nel caso di qualche vincita.

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