In
un recente studio effettuato dalle Università di Kyoto, Chiba e Tokyo sono
stati definiti i meccanismi che legato questo importante neurotrasmettitore all’attività
di gioco d’azzardo. Il vissuto di perdita nel giocatore risulta un’emozione più
forte e intensa rispetto a quella eventualmente prodotta da una vincita, così sembrerebbe
ridotta la sensibilità alla perdita di denaro. Ricerche sperimentali hanno
dimostrato che per provare una emozione di pari intensità il giocatore in
questione dovrebbe vincere almeno il doppio di una somma persa: se ha perso 50
euro per sentire la stessa intensità di emozione, ne deve vincere almeno 100. In
conclusione i livelli più bassi di trasportatori, per cui il processo di
re-uptake di noradrenalina da parte dei neuroni è meno veloce, producono
reazioni emotive più intense nei confronti di perdite che nei confronti delle
vincite.
Potrebbe
essere una spiegazione biochimica del perché moltissimi giocatori continuano
imperterriti a giocare senza trovare la forza di fermarsi, anche nel caso di
qualche vincita.
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