Da
una parte i giocatori, spesso cassaintegrati, pensionati e casalinghe che
tentano la fortuna, quindi le fasce più povere della società, dall’altra lo Stato
che finanzia le sue attività anche con il gioco d’azzardo, circa 9 miliardi di
euro nel 2011.
In mezzo le società che guadagnano milioni di euro per gestire il grande business del gioco d'azzardo legale, ma nessuno fa caso a loro.
A
partire dal 2014 le maggiori entrate dai giochi, ottenute grazie all'azione di
contrasto all'evasione, potenziamento della riscossione e revisione delle
sanzioni, serviranno ad attuare "misure anche non strutturali di sostegno
del reddito di soggetti appartenenti alle fasce di reddito più basse, con
particolare riferimento all'incremento delle detrazioni fiscali per i familiari
a carico".
Come
dire: con una mano lo Stato prende, con l’altra qualcosa dà.
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