Gli
adolescenti di oggi nascono digitali, nel senso che molto più dei loro
genitori, hanno una grande capacità nel capire e gestire computer, smartphone e
altre diavolerie elettroniche. Per mia esperienza spesso sono i figli che
introducono una nuova tecnologia in casa e sono loro a spiegarla o a farla
funzionare per la famiglia. Così i genitori, secondo una indagine finanziata
dall’Unione Europea, corrono il rischio di sottostimare i pericoli che il web
nasconde. Non c’è solo la pornografia, abbastanza nota a tutti, ma il bullismo
on-line e la possibilità di fare incontri con persone sconosciute.
Aggiunge
lo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet: “I genitori sono convinti che i loro ragazzi sanno fare meglio di loro
sulla Rete ma la loro tranquillità nasce anche dal modello educativo che punta
tutto sulla socializzazione precoce: hanno bisogno di credere che i loro figli
sanno cavarsela”.
Unica
strada è quella di accompagnarli in una scoperta delle risorse che la Rete
offre, lasciando che poi la navigazione prosegua in autonomia, coinvolgendoli
in attività insieme che verificano l’effettiva dimestichezza con i rischi che
potenzialmente corrono.
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