È il
nome del progetto, patrocinato dall’ASL 8 di Cagliari, che si rivolge agli
studenti nel divulgare la conoscenza di un problema sempre più diffuso e
scottante, il gioco d’azzardo patologico, attraverso il linguaggio del teatro e
il confronto con gli esperti.
La
pièce del Teatro del Segno, ideata, scritta e interpretata dall'attore e
regista Stefano Ledda disegna un itinerario drammatico e amaro nei labirinti
della mente e del cuore di un uomo vittima di una delle moderne forme di
“dipendenza” psicologica più subdole, perché mascherata dall'apparenza di un
innocuo passatempo. Una storia “semplice”, summa di molte vite si dipana
dall'iniziale, quasi casuale tentazione di sfidare la sorte fino alla perdita
di controllo, alla scoperta della propria fragilità davanti all'ossessione che
svuota di senso l'intera esistenza.
Una
macchina da videopoker, un manichino, sette tazze da caffè, e una porta
raccontano la vita di un giocatore, scandita, nel quotidiano, dal tintinnio
sordo di tre monete agitate nervosamente in una mano. Segni brevi ed essenziali
che trasformano il “passatempo innocuo” del videopoker in dipendenza
patologica.
Una
storia reale, fatta di nomi, mogli, posti di lavoro, figli, amicizie, tratta da
nove mesi di ricerche documentali, di studio e di interviste.
Un linguaggio diretto, asciutto con nodi freddi
e reali di una storia-vita, che, “accadendo” sul palcoscenico, racconta la
claustrofobia ciclica della dipendenza.
Bella
iniziativa che unisce il momento teatrale al momento informativo. Spero un
giorno di vedere lo spettacolo!
Nessun commento:
Posta un commento