Su
Il Corriere della Sera, l’incredibile storia di Renato Grasso, l'imprenditore
condannato per mafia che per vent'anni ha gestito in Italia buona parte del
business dei giochi con il placet dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di
Stato, organo del Ministero dell'Economia e delle Finanze addetto alla gestione
del gioco pubblico, che conferma ai giudici di aver riciclato soldi per 22
gruppi mafiosi già individuati dagli inquirenti, ma anche per altre 52 cosche
della camorra.
Un
elenco scritto a mano da un signore capace, nonostante una condanna per mafia
di diventare socio, con due distinte imprese, della famiglia Mastella e anche
della famiglia Iovine. Si, proprio quelle dell'eurodeputato di Ceppaloni ed ex
ministro della giustizia e dell'ex superlatitante Antonio Iovine detto 'o
ninno', tra i capi dei casalesi, arrestato solo l'anno scorso dopo 14 anni di
ricerche. Ma soprattutto un signore capace, con quella condanna definitiva per
416 bis e per estorsione (5 più 4 anni), di ottenere con le società di
famiglia, favolosi contratti con i Monopoli di Stato e con due società del
calibro di Lottomatica e Sisal.
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